Giuseppe Giorgi (Borbona, 1950) è un pittore italiano.
Si trasferisce piccolissimo a Roma con la sua famiglia, dove frequenta il liceo e l’università alla facoltà di architettura.
Qui, insieme ad altri artisti del gruppo “Il collettivo”, espone in varie gallerie (1969) opere che affrontano la problematica sociale e politica che va sviluppandosi in quegli anni. Sono del 1971 le prime personali al Circolo Giornalisti e allo Studio 45 e del 1973 quella alla Galleria/Libreria Signorelli.
Nel 1974, la Galleria la Barcaccia di Roma gli allestisce una mostra personale e pubblica una monografia curata da Franco Miele. Partecipa alla Quadriennale nazionale d’arte del 1975 inserito nella sezione “Nuova Figurazione” con i dipinti Occupazione e Due Donne. In una recensione della Quadriennale sulla rivista Nuova Antologia, Ugo Moretti lo segnala all’attenzione del pubblico.
Alla fine degli anni settanta compie numerosi viaggi nell’Europa del nord subendo le influenze artistiche dei grandi impressionisti: nascono Omaggio a Monet, Ninfee e Riflessi sull’acqua.
Negli anni ottanta svolge un’intensa attività espositiva: personali in gallerie di Catania, Bolzano, Siena, Merano e Firenze; una mostra che si sposta da Düsseldorf a Basilea; varie edizioni della Expo Arte di Bari, partecipazioni a fiere internazionali come l’Expo di New York.
L’artista affina le sue ricerche nell’individuare ed interpretare luoghi e atmosfere cittadine suggestive, accentuandone i valori cromatici e le scansioni spaziali, ottenendo un’immagine più pittorica che realistica. Luciano Arcangeli, nella monografia dal titolo Giuseppe Giorgi. Opere 1998-2000, presenta dipinti dalla struttura spesso rigorosamente ortogonale dei fondali architettonici (intelaiature metalliche di una serra, prospetti con porte e finestre, muri o ringhiere), spesso ammorbiditi e talvolta annullati nei valori squisitamente geometrici e immersi in atmosfere in continua vibrazione cromatica. La tecnica usata è di grande levità sia nella tempera che nel pastello, e anche quando adotta un medium diverso da questi ultimi, riesce a mantenere effetti di leggerezza.